Lo Spiacevole Report sulle esportazioni illegali dei RAEE

Lo Spiacevole Report sulle esportazioni illegali dei RAEE

Holes in the Circular Economy”: questo il rappresentativo titolo dell’ultimo report pubblicato dal BAN (Basel Action Network) l’organizzazione di sorveglianza mondiale. Un volume stimato in 350 mila tonnellate di rifiuti ogni anno pare siano esportati illegalmente verso paesi del Sud del mondo, in violazione della normativa comunitaria Waste Shipment Regulation (Regulation (EC) No 1013/2006 on shipments of waste).

Gli investigatori del BAN installando impianti GPS nascosti in numerosi apparecchi elettronici dismessi e stoccati in aree di recupero di 10 paesi Europei (Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito) hanno seguito il loro tragitto scoprendo che ben il 6 % di questi venivano esportati al di fuori dei Paesi in cui erano dismessi. Di questi il 42% verso altri stati membri dell’Unione Europea (Austria, Germania, Belgio, Polonia, Romania e Ungheria) ed il 58% verso paesi in via di sviluppo (Nigeria, Ghana, Tanzania, Tailandia, Pakistan, Ucraina e Hong Kong).

Il paese con il maggior numero di esportazioni illegali è il Regno Unito, a seguire Danimarca e Irlanda (ex equo) ed a completare il podio l’Italia.

“Pare proprio che abbiamo scoperto un flusso molto significativo di spedizioni illegali di RAEE” ha dichiarato Jim Puckett-direttore del BAN. “Questo è totalmente in contraddizione con quanto afferma l’Unione Europea circa i continui sforzi che si starebbero mettendo in atto per attuare un’economia circolare”

Alla mente torna subito l’inchiesta della TV France 2, che denunciava le discariche abusive in Ghana e soprattutto ad Accra: dove donne e bambini spesso passano giornate inter nel tentativo di recuperare allumino, rame e altri metalli da tv, monitor tablet, lavatrici, etc. senza alcuna protezione per la loro salute.

Ancora più criticamente, lo stesso Puckett, ha affermato che l’Unione europea deve impegnarsi in un maggior sforzo per far rispettare gli obblighi del trattato della Convenzione di Basilea, e soprattutto impegnarsi istituzionalmente per garantire l’eliminazione delle esternalità di sfruttamento.

Solo così, aggiungiamo noi, possiamo costruire un tessuto virtuoso delle politiche sull’economia circolare.

 

 

2019-02-15T14:42:17+00:00